Route-X

Project documentaire - Tunis, Route Regional 21 - 2024/ongoing


Les interstices, ou plutôt l'espace de tension entre les choses. La route régionale RR21 relie l'aéroport de Tunis à Ber Arous, créant un périphérique qui traverse plusieurs quartiers du Grand Tunis, offrant une large vision des quartiers qui composent la capitale, des formes d'habiter, des métiers et des contradictions sociales.

Interstices est une recherche photographique qui se déroule sur la RR21 parcourue de différentes manières et à différents moments de la journée. Elle ne parle pas d'une route régionale, mais s'attarde sur ceux qui la traversent et leurs métiers, pose un regard réflexif sur les paysages qui l'accompagnent à droite et à gauche, sur les formes d'habiter et les projets d'aménagement urbain.

Ni futtirunu macari a luna

Reportage siccità in Sicilia, 2024. 

“Guarda in fondo là, non ci sta nulla, ci sta solo la morte ci sta!….poi dici che i giovani partono all’estero”
. Il signor. Angelo, lo ha ripetuto durante tutto il viaggio in macchina mentre osservavamo dall’alto i terrazzamenti di Barrafranca, dove i mandorli e gli ulivi, in assenza di sistemi di irrigazione alternativi, soffrono l’assenza di pioggia da ormai due anni….e seccano. “Qui prima ci abitavano delle persone, ora non c’è più nulla” commenta, puntando il dito verso un paio di abitazioni - ormai ruderi - che furono casa per famiglie di agricoltori e allevatori tanto tempo fa. Che i paesi dell’entroterra siciliano siano luoghi in cui non ci sono più giovani, non bisognava aspettare la siccità del 2024 per scoprirlo. L’aspetto importante, però, è che la crisi dell’acqua in Sicilia – la sua scarsità e la sua mala gestione – amplifica quello che è da generazioni strutturale nelle società dei piccoli paesi del meridione: partire per lavorare altrove.

Negli ultimi anni il consorzio locale di Barrafranca ha firmato dei contratti di irrigazione che coprono solamente 100 ettari di terreno, contro i 1000 ettari coperti degli anni passati. I ¾ delle aziende che hanno chiuso o dichiarato fallimento negli ultimi anni erano intraprendenza di giovani imprenditori con piccole aziende agricole.
Come farai, come farete se il prossimo inverno non pioverà? Se il prossimo anno, come i due scorsi, non raccoglierai né grano né ceci? Come farete quando, tra un mese, finirà il pozzetto d’acqua dietro casa per abbeverare gli animali? Come avreste fatto se non vi fosse stato questo punto di approvvigionamento d’acqua per gli animali?
“Non lo so” è la risposta ricevuta in momenti diversi e da persone diverse, tutte al di sotto dei 40 anni.

Il cambiamento climatico amplifica le contraddizioni di sistema sottolineando che l’acqua non è una risorsa infinita e la sua gestione non può essere solo funzionale ad obbiettivi economici e di profitto.

Cache-toi sur scène

Project documentaire - Atelier participè
Belle de Mai, Marsiglia 2020-2022


[IT]

È un po' come nascondersi, ripararsi ed esporsi alle stesse intemperie; posare è fingere, chiaramente, ma è fingere intorno a qualcosa che è essenzialmente reale. Come quando si scherza, non si dice la verità ma si flirta con punti di tensione che sono reali. Vestitevi e mostratemi cosa provate davvero! Una passeggiata nei luoghi che compongono la Belle de Mai, grazie alla partecipazione attiva di ragazzi e ragazze che in queste strade costruiscono memorie emotive e identità, senza pensare alla Belle de Mai come a un "quartiere prioritario". "Nascondersi in scena è come avere l'impressione di esplorare una certa intimità collettiva portata da alcuni luoghi del quartiere; è come percepire qualcosa di più che va oltre l'estetica, una semplice postura, di un quartiere attraversato da tensioni e problemi, compresa la stigmatizzazione".

Le immagini che compongono la serie Cache toi sur scène sono state scattate durante gli anni di vita nel quartiere Belle de Mai. I ritratti sono il risultato di laboratori fotografici introduttivi tenuti con la partecipazione attiva dei giovani rappresentati nelle foto. Alcuni dei luoghi che compaiono nelle immagini sono stati ripresi con macchine fotografiche a pellicola nell'ambito di una maratona fotografica. I laboratori sono stati organizzati in collaborazione con l'associazione Familles en Action e il College Edgar Quinet.




[FR]

C’est un peux comme se cacher, s’abriter et s’exposer au mémé temps; poser c’est faire semblant, clairement, mais c’est faire semblant autour de quelque chose essentiellement réel. Comme quand on rigole, que on ne dit pas la veritè mais on flirt avec des points de tensions qui sont là pour de vrai. Déguise toi, pour me montrer ce que tu sens vraiment! Une promenade dans les lieux qui composent la Belle de Mai grâce à la participation active de garçons et de filles qui construisent des mémoires affectives et des identités dans ces rues, sans penser à la Belle de Mai comme à un "quartier prioritaire". "Cache-toi sur scène"

c'est comme avoir l'impression d'explorer une certaine intimité collective porté par certain lieux du quartier; c'est comme percevoir quelque chose de plus qui va au-delà de l'esthétique, d'une simple posture, d'un quartier traversé par des tensions et des problèmes, dont la stigmatisation.


Les images qui composent la serie Cache toi sur scène ont ete prises pendant des années vécus dan le quartier de la Belle de Mai. Les portraits sont le resultat des atelier d’introduction a la photographie réalisés avec la participation active des jeunes représentée dans les photos. Une partie des lieux qui figurent dans les images ont été priseavec des appareil argentique dans le cadre d’une marathon photographique. Les ateliers ont été organisés avec l’association Familles en Action et avec le College Edgar Quinet.








Finchè c'è fuoco resta

Progetto documentario, Pignola 2020 - In corso


[IT]

Da piccolo vivevo accanto alle macerie di un casolare dove noi bambini perdevamo inesorabilmente i nostri Supersantos. Non ci potevamo entrare perché il muro era alto, discenderlo azzardato e dentro dicevano che c’era u’munasciedd, un piccolo monaco dal volto coperto da un cappuccio; non era aggressivo, era la storia in sé ad incutere timore. Da grande ho scoperto che anche per mio padre c’era u’munasciedd, ma stava in parti diverse del paese. Quando i quartieri di Pignola erano abitati da muli e persone, u’munasciedd abitava sempre la stalla e se provocato avrebbe intrecciato le code e le criniere dei cavalli. La curiosità di esplorare la stalla si arrestava alla possibilità di un tetro incontro; l’eventualità di quest’ultimo creava l’esitazione e definiva limiti invalicabili. Il desiderio di superarli creava una tensione costante con certi luoghi, superarli per davvero assumeva la natura di un’iniziazione.



[FR]

Quand j'étais enfant, je vivais à côté des décombres d'une ferme où nous, les enfants, avons inexorablement perdu nos Supersantos. Nous ne pouvions pas entrer à l'intérieur car le mur était haut, il était risqué d'en descendre, et à l'intérieur on disait qu'il y avait u'munasciedd, un petit moine au visage couvert d'une capuche ; il n'était pas agressif, c'était l'histoire elle-même qui inspirait la peur. Quand j'ai grandi, j'ai découvert que mon père avait lui aussi des u'munasciedd, mais dans d'autres quartiers de la ville. Lorsque les quartiers de Pignola étaient habités par des mules et des gens, u'munasciedd vivait toujours dans l'écurie et, s'il était provoqué, il tressait les queues et les crinières des chevaux. La curiosité d'explorer l'écurie s'arrêtait à la possibilité d'une rencontre lugubre ; la possibilité de cette dernière créait l'hésitation et définissait des limites infranchissables. Le désir de les dépasser crée une tension constante avec certains lieux, les dépasser pour de bon prend des allures d'initiation.


Marecemento

ENSP Arles, 2019


[IT]

La serie raccoglie immagini prese tra Istanbul e Marsiglia. La sequenza di foto non rispetta nessun ordine temporale né culturale o geografico. A legarle è il presunto mediterraneo, il grigio cemento e i cantieri che scandiscono i tempi delle camminate e di fatto regolano lo spazio. Pezzi del vecchio sono scavati e strappati per fare spazio della città doce i tessuti cicatrizzati del suo immenso corpo riproducono una nuova epidermide. La luce bianca ci acceca alle uscite delle metro e confonde il nostro orientamento. Le costruzioni di cemento si slanciano verso l’alto evocando e superando i campanili e i minareti delle vecchie chiese e moschee; uno slancio iconografico che malcela la religione del nostro tempo quella che ci indica la strada da percorrre per raggiungere benessere, riuscita e felicità.



[FR]


La série rassemble des images prises entre Istanbul et Marseille. L'enchaînement des photos ne respecte aucun ordre temporel, culturel ou géographique. Ce qui les lie, c'est la supposée Méditerranée, le béton gris et les chantiers qui marquent le temps des promenades et régulent en fait l'espace. Des morceaux de l'ancien sont excavés et arrachés pour faire place à la ville, et les tissus cicatrisés de son immense corps reproduisent un nouvel épiderme. La lumière blanche nous aveugle aux sorties de métro et brouille notre orientation. Les bâtiments de béton s'élèvent, évoquant et dépassant les clochers et les minarets des anciennes églises et mosquées ; un élan iconographique qui dément la religion de notre temps, celle qui nous montre le chemin de la prospérité, de la réussite et du bonheur.



Adscensus


[IT]

Nel laboratorio artistico di Matrici Apertele immagini della serie sono state stampate e rilegate a mano in forma di leporello. Adscensus - in latino scalare - fa riferimento al movimento verso l'alto verso cui si sono sviluppate Istanbul e Marsiglia negli ultimi anni. Sono state mescolate diverse tecniche di stampa come la fotografia analogica (con la quale sono state scattate la maggior parte delle immagini), la stampa digitale e la seigrafia, con cui è stata preparata la copertina.



[FR]

Dans l'atelier de Matrici Aperte, les images de la série ont été imprimées et reliées à la main sous la forme d'un leporello. Adscensus - scalaire en latin - fait référence au mouvement ascendant dans lequel Istanbul et Marseille se sont développées ces dernières années. Différentes techniques d'impression ont été mélangées, telles que la photographie analogique (avec laquelle la plupart des images ont été prises), l'impression numérique et la sigraphie, avec laquelle la couverture a été préparée.





A rialtà super' a fantasia

Reportage, Lampedusa 2023.

[IT]

Uno sbarco di quaranta persone; le camionette partono, l’ambulanza e il personale medico sanitario partono, ogni gruppo di lavoro nelle proprie macchine di servizio; tutti verso il molo Favaloro. La gente passa, ognuno fa cose. Ne arrivano cento, ne arrivano mille. Ne. L’estate dei record quella del 2023: 46 arrivi in un giorno a giugno, 67 ad agosto, più di 100 in un solo giorno a settembre. Appena arrivato, mi sono chiesto a cosa servissero le immagini degli arrivi da Lampedusa: solito angolo prospettico, stessa inquadratura, persone che non parlano mai direttamente con la stampa. La gente arriva, la Cp carica di gente approda al molo, dis-imbarco, autobus. La terrazza alla fine di via Roma apre sul porto e sul molo Favaloro, sulle CP, sulle navi della Guardia di Finanza.


Sarà il monopolio delle prefetture sulla gestione delle migrazioni che rende impossibile ogni incontro con le persone che arrivano senza documenti; sarà che, nel lungo periodo, lottare contro la segregazione istituzionalizzata è insostenibile così tutto questo accade – quotidianamente - e scivola via. Immagine: Palco della cerimonia per la tragedia del 3 Ottobre 2013, interventi dei superstiti, voci di liberali benpensanti criticano le politiche di non assistenza, giornalisti, NGOs. Sullo sfondo uno sbarco autonomo al favaloro di un barchino in ferro partito da Sfax; una CP con un cadavere ritrovato sugli scogli, putrefatto, senza busto.


Gli sbarchi, a Lampedusa, sono totalmente scaricati della loro quintessenza politica; appartengono, piuttosto, al dominio dell'estetica. Le immagini, nella maggior parte dei casi, non spezzano questo processo bensì lo blindano. Estetizzare il politico, fissarlo; immagini che non servono a dubitare bensì ad accettare quello che si vede. Così, in questo stesso ordine, è possibile pensare (solamente pensare) di far entrare più di 2000 persone in uno spazio pensato per crica 400 durante afose giornate d’estate; o pensare di far viaggiare per ore centinaia di persone su una nave militare riparate dal sole con delle coperte termiche! Oppure pensare che per una persona che ha appena perso sua figlia la cosa necessaria da fare è una pre-identificazione. E’ per questo che se una persona appena sbarcata arriva in hotspot e chiede “dov’è la mia stanza” è ridicola: le stanze (una certa cura), sono solo per i bianchi, ya madame! 


“A rialtà super’ a fantasia”, ossia tutto quello che vedi è normalizzato. Le immagini della serie intrecciano eventi e concetti senza rispetto cronologico. Le foto sono state realizzate durante il periodo passato a Lampedusa con l'associazione Maldusa e ne hanno accompagnato i report e le informazioni di quello che accadeva sull'isola circa gli eventi legati alla gestione della migrazione.



[FR]
Un debarquement de quarante personnes ; les camions partent, l'ambulance et le personnel médical partent, chaque équipe dans sa voiture de service ; tout le monde se dirige vers l'embarcadère de Favaloro. Les gens passent, tout le monde fait des choses. Cent personnes arrivent, mille personnes arrivent. Ne. L'été record de 2023 : 46 arrivées en un jour en juin, 67 en août, plus de 100 en un seul jour en septembre. Dès mon arrivée, je me suis demandé à quoi servaient les photos des arrivées de Lampedusa : l'angle de vue habituel, le même cadrage, des gens qui ne s'adressent jamais directement à la presse. Les gens arrivent, le Cp chargé de monde débarque à l'embarcadère, le débarquement, les bus. La terrasse au bout de la Via Roma s'ouvre sur le port et la jetée de Favaloro, le CP, les bateaux de la Guardia di Finanza.

C'est peut-être le monopole des préfectures sur la gestion des migrations qui rend impossible toute rencontre avec les personnes arrivant sans papiers ; c'est peut-être aussi parce que, à long terme, la lutte contre la ségrégation institutionnalisée n'est pas viable, que tout cela se produit - quotidiennement - et s'éclipse. Image : Scène de la cérémonie pour la tragédie du 3 octobre 2013, discours de survivants, voix de libéraux bien intentionnés critiquant les politiques de non-assistance, journalistes, ONG. En arrière-plan, un débarquement autonome à la favaloro d'une barge en fer en provenance de Sfax ; un CP avec un cadavre trouvé sur les rochers, pourri, sans torse.

Les arriveés, à Lampedusa, sont totalement vidés de leur quintessence politique ; ils appartiennent plutôt au domaine de l'esthétique. Les images, dans la plupart des cas, ne brisent pas ce processus mais le blindent. Esthétiser le politique, le fixer ; des images qui ne servent pas à douter mais à accepter ce qui est vu. Ainsi, dans ce même ordre, il est possible de penser (seulement penser) à faire entrer plus de 2000 personnes dans un espace prévu pour environ 400 personnes par des journées d'été étouffantes ; ou de penser à faire voyager des centaines de personnes pendant des heures sur un navire militaire protégé du soleil par des couvertures thermiques ! Ou de penser que pour une personne qui vient de perdre sa fille, la chose nécessaire à faire est une pré-identification. C'est pourquoi si une personne fraîchement débarquée arrive au hotspot et demande "où est ma chambre", c'est ridicule : les chambres (certains soins), sont seulement pour les blancs, ya madame !

"A rialtà super' a fantasia", c'est-à-dire que tout ce que vous voyez est normalisé. Les photos de la série entremêlent des événements et des concepts sans respect de la chronologie. Les photos ont été prises pendant mon séjour à Lampedusa avec l'association Maldusa et accompagnaient leurs rapports et informations sur ce qui se passait sur l'île en ce qui concerne les événements liés à la gestion de l'immigration.

Inestinguibilis Amor

Reportage, Catania 2024

[IT]

Sant'Agata, giovane martire e patrona di Catania, gli strapparono i seni perchè donna, perchè irremovibile e probabilmente perchè appartenente ad una famiglia di vecchi proprietari terrieri cattolici non allineati al potere dell'Impero romano.Nei giorni delle cerimonie, gli atti di devozione e le simbologie invadono le artierie della città: candelore pesanti anche fino a 900 kili, si spostano lentamente nelle vie del centro a preannunciare i giorni di festa e l'uscita delle reliquie della santa. Ceri votivi, pesanti anche più di 100 kili, vengono portati a spalla lungo via Etnea per tutta la notte come segno di devozione. Alle processioni che si alternano nei giorni e nelle arterie principali della città, si partecipa in quanto fedeli e anche in quanto appartenenti a specifici corpi sociali: ognuno dietro lo stendardo del proprio gruppo sociale di appartenenza. Simulacri del potere che si rivela col pretesto della devozione! E chu so chissi? Marciando in senso contrario alla processione, le 'ntuppettare attraversano i luoghi della città destando curiosità per molt*, scalpore per altr* riportando le iniziative di gruppi di donne al centro delle celebrazioni per la santa . "Non si danza intorno a Sant'Agata velate" si era pronunciato qualche giorno prima il vescovo, Luigi Renna in tono polemico.


“...ma una festa religiosa, che cos’è una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che è tutto... E anzi tutto una esplosione esistenziale... esplosione dell’es collettivo di un paese dove la collettività esiste soltanto a livello dell’es...

(L. Sciascia)


Inestinguilis Amor è un racconto per immagini della festa di Sant'Agata a Catania, evento pubblico in cui emergono gli elementi che fanno comunità e quelli che creano tensioni e discussioni.  



Zarzis 18/18

Reportage, Zarzis 2022

[IT] 

Per un approfondimento sul movimento di Zarzis 18/18 si può far riferimento ai reportage scritti sulle ricerche in mare dell'associaizione dei pescatori di Zarzis e le prime mobilitazioni cittadine e sullo scandalo che ha travolto il Jardin d'Afrique


[FR] 

Fin septembre 2022, 17 personnes (principalement des jeunes garçons et des jeunes filles, ainsi qu'une fillette de deux mois) ont quitté Zarzis pour se rendre dans les territoires de Schenghen. Aucune confirmation de leur arrivée n'ayant été reçue, l'association des pêcheurs de Zarzis a entamé de manière indépendante des recherches en mer et sur les côtes voisines. Entre silences institutionnels, tromperies et participation citoyenne, quatre corps parmi les 17 disparus sont retrouvés inhumés dans le cimetière des étrangers de Zarzis, où sont enterrés les corps retrouvés en mer et non identifiés.


Pendant des mois, Zarzis a été au centre de mobilisations visant à briser le silence et la négligence de la municipalité, du parquet, des hôpitaux et du cimetière des étrangers. Les revendications du mouvement Zarzis 18/18 vont traverser tout le pays, bouleversant le schéma bien-pensant-libéral-bourgeois avec lequel on parle des harraga et des morts en mer à la radio et à la télévision.


Voici les liens pour les reportages écrits et publiés lors des événements de
Zarzis 18/18 sur les premières mobilisations, le scandale du Jardin d'Afrique et l'occupation du port de commerce.



[EN]

At the end of September 2022, 17 people (mostly young boys and girls, and a two-month-old girl) set sail from Zarzis in order to reach the Schenghen territories. No confirmation of their arrival having been received, the Zarzis fishermen's association independently began the search at sea and on the neighbouring coasts. Amidst institutional silences, deception and citizen participation, four bodies among the 17 disappeared are found interred in the foreigners' cemetery in Zarzis, where the bodies found at sea and not identified are buried. For months Zarzis became the focus of mobilisations that sought to break the silence and negligence of the municipality, the public prosecutor's office, hospitals and the foreigners' cemetery.


The demands of the Zarzis 18/18 movement would cross the whole country, overturning the well-thinking-liberal-bourgeois schema with which harraga and deaths at sea were talked about on radio and television.
 



Kobânî

Reportage, Kobane 2015

Close-Up

Reportage, Choucha refugee camp 2014

[EN]

At 3 kilometers from Ra's Ajdir, the border between Tunisia and Libya, 80 people between boys and the elderly lived from what was the Choucha refugee camp. The camp was organized by the Tunisian authorities and international organizations such as the UNHCR to accommodate the 200,000 refugees due to the war in LIbia. Once the analysis of the files by the UNHCR has been completed, the field has been declared closed. In February 2015 many still lived there requesting the reopening of their files. Among the inhabitants of the camp, some were part of the collective "Voice of Choucha" whose claim was purely political: they refused any kind of residence permit in a country like Tunisia where there is no legal possibility of being recognized as a refugee. Above all they denounced the negligence of the UNHCR in having taken responsibility and having in fact abandoned them in a no-man's land 8 km from the first Tunisian city and in a semi-desert territory. What remains of the Choucha camp was evicted in June 2017. 


Choucha was one of the many moments in which State and legality, while not dealing with reality, were writhing in bureaucracies and rhetoric, opening the way to a tragic absurdity.


[FR]

À 3 kilomètres de Ra's Ajdir, frontière entre la Tunisie et la Libye, 80 personnes entre garçons et personnes âgées vivaient de ce qui était le camp de réfugiés de Choucha. Le camp a été organisé par les autorités tunisiennes et des organisations internationales telles que le HCR pour accueillir les 200 000 réfugiés en raison de la guerre en Libye. Une fois l'analyse des dossiers effectuée par le HCR, le champ a été déclaré fermé. En février 2015, beaucoup y vivaient encore et demandaient la réouverture de leurs dossiers. Parmi les habitants du camp, certains faisaient partie du collectif "Voice of Choucha" dont la revendication était purement politique: ils ont refusé tout type de permis de séjour dans un pays comme la Tunisie où il n’existait aucune possibilité légale d’être reconnu réfugié. Surtout, ils ont dénoncé la négligence du HCR d’avoir pris ses responsabilités et de les avoir abandonnés dans un no man's land à 8 km de la première ville tunisienne et dans un territoire semi-désertique. Les restes du camp de Choucha ont été expulsés en juin 2017. 


Choucha a été l’un des nombreux moments où État et légalité, bien que ne faisant pas face à la réalité, se débattaient dans la bureaucratie et la rhétorique, ouvrant la voie à une absurdité tragique.